Storia

Il Forte di Civita Castellana
realizzato per volontà di Alessandro VI Borgia nel 1495
Il fondatore del Forte di Civita Castellana, colui che ne volle l’edificazione e che nel 1495, qualche anno dopo essere nominato papa, ne dispose la costruzione e ne commissionò personalmente l’immane impresa, è il pontefice Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia.
Aveva iniziato la propria carriera ecclesiastica da giovanissimo: nel 1456, a soli 25 anni (fresco degli studi di retorica e di diritto canonico effettuati nelle prestigiose università italiane di Roma e di Bologna) era stato nominato da suo zio, papa Callisto III (al secolo Alonso de Borja) prima cardinale e subito dopo vicecancelliere di Santa Romana Chiesa; tali cariche gli consentirono di rivestire, per più di trent’anni, ulteriori incarichi importanti e prestigiosi all’interno della Curia romana prima di ascendere lui stesso al soglio pontificio nell’agosto del 1492.
Alessandro VI fu pontefice di indiscusso valore politico, fine diplomatico e raffinato stratega.
La volontà di costruire il forte rientrava nel più vasto progetto di miglioramento e potenziamento delle rocche difensive che perimetravano lo Stato pontificio, all’epoca in grande espansione.
A progettare e ad avviare la costruzione dell’ambiziosa opera, che resterà alla storia come uno dei suoi massimi capolavori, fu il celebre architetto e ingegnere militare Antonio Giamberti da Sangallo, detto il Vecchio (1455-1535).
Figlio dell’allora Cardinale Rodrigo Borgia e Vannozza Cattanei, Cesare Borgia nasce a Pamplona nel 1475 ed è il maggiore dei figli nati da quell’unione (Giovanni, Goffredo e Lucrezia).
Riceve una formazione culturale nelle prestigiose università di Perugia e di Pisa ove compie il suo corso di studi umanistici perchè destinato dal padre alla carriera ecclesiastica. Si dedicherà invece, ben presto e per propria scelta, alla carriera militare: nel 1499 viene nominato dal re di Francia Luigi XII, duca di Valentinois (da cui l’appellativo “il Valentino”).
Presentato dal Macchiavelli nel VII capitolo del suo Principe, come modello del “nuovo principe”, diventa al tempo stesso incarnazione di un ideale politico vincente e fortemente intenzionato a creare un potente stato nell’Italia centrale; aveva infatti occupato gran parte della Romagna con l’obiettivo di egemonizzarla e di ampliare i confini del suo principato(1499-1501).
Morto il padre Alessandro VI il 18 agosto 1503, fortemente avversato dal nuovo papa Giulio II Della Rovere, è costretto all’esilio e muore in Spagna nel 1507.
Storia del museo

Il Museo Archeologico Agro Falisco
Reperti archeologici del territorio falisco.
L’attuale percorso espositivo del Museo archeologico dell’Agro Falisco si articola in nove sale, situate al piano nobile del palazzo, esattamente negli ambienti che nascono come gli appartamenti papali, allestite secondo criteri di ordine topografico e cronologico.
Vi è documentata la ricca produzione ceramica del centro principale del territorio, Falerii Veteres, l’odierna Civita Castellana, con testimonianze che vanno dai reperti più antichi a decorazioni graffite e plastiche, a quelli del IV e III secolo a.C., realizzati a vernice nera, argentata, sovradipinta e a figure rosse, quest’ultima presente con opere di altissimo livello qualitativo.
Non mancano oggetti provenienti dai diversi santuari della città e del territorio. Oltre alle terrecotte architettoniche e a quelle votive, significative sono le testimonianze e i reperti relativi alle sfere di influenza dei diversi culti, tra cui quelli di Apollo, Minerva, Giunone, Mercurio, e di altre divinità associate. Tali culti sono documentabili sin dalle fasi più antiche dello sviluppo dell’Agro Falisco e del centro urbano di Falerii Veteres.
Non meno rappresentativi della ricchezza archeologica del territorio falisco, sono i reperti provenienti da altri importanti siti, quali Corchiano e Narce. Da quest’ultimo centro, in particolare dalle sepolture risalenti all’VIII e VII sec.a.C., proviene del pregevole vasellame in bronzo ed alcune tra le più antiche ceramiche greche d’importazione.