Planimetrie
![](https://www.fortesangallo.beniculturali.it/wp-content/uploads/2017/09/CC-fossato.png)
Il fossato
L’attuale percorso espositivo
Il Forte ha pianta pentagonale: su quattro lati è circondato da un ampio fossato meno che sul quinto, il lato nord che affaccia su un orrido naturale.
Il fossato a ponente in parte ricalca quello che era il tracciato della linea difensiva fortificata dell’antica città Falerii Veteres, di cui un tratto in blocchi, risalente al V sec. a.C., è inglobato nella base di una di quelle pareti del Forte: presenta inoltre una parete tufacea di delimitazione di cui restano frammenti di loculi funerari riferibili ad antiche tombe, cunicoli di drenaggio idrico ed evidenti segni di cavatura di tufo, probabilmente finalizzata proprio alla costruzione delle pareti del Forte.
Il lato ad Est del fossato, che coincide con l’ingresso del forte, è circondato da mura dotate di un camminamento difensivo, il marciaronda, ad archi e coperto, destinato ad ospitare la vigilanza armata; un tempo questo cingeva quasi tutto il perimetro del fossato. Oggi ne resta in opera un tratto considerevole che congiunge l’ingresso del Forte a Via del Rivellino.
![](https://www.fortesangallo.beniculturali.it/wp-content/uploads/2017/09/CC-p_interrato.png)
I sotterranei
Il piano interrato del Forte
Il piano interrato del Forte consisteva in origine in due lunghi corridoi sotterranei che si snodavano sotto i lati Est e Nord dell’edificio; oggi ne rimane accessibile solo uno, quello orientale, posto sotto alle celle che si aprono su quel lato nel Cortile Maggiore.
Il comodo accesso garantito da ampia cordonata è chiaro indice di destinazione d’uso a magazzini sotterranei per la conservazione di derrate non deperibili.
La ventilazione degli ambienti è assicurata da alcune prese d’aria con grate poste in alto sul lato sinistro del corridoio voltato a botte.
Una profonda scalinata scavata a dieci metri di profondità nel banco tufaceo conduce a due grandi ambienti, anch’essi scavati nel tufo.
Proseguendo, il camminamento sotterraneo mostra una serie di anfratti quadrangolari, posti ciascuno sotto a ognuna delle celle superiori di detenzione; tali vani, separati da muri a sacco, ospitavano altrettanti pozzi neri per lo scolo delle latrine dei detenuti.
![](https://www.fortesangallo.beniculturali.it/wp-content/uploads/2017/09/CC-p_terra.png)
Il piano terra
dalla Sala della Rotonda
attraverso un passaggio ad angoli retti, sorvegliato da finestra di avvistamento e chiuso da un portone e due cancelli, si giunge al primo dei due cortili, il Minore, di forma rettangolare con un grande vestibolo circolare in alto.
Chiamato anche Piazza d’Armi, era sorvegliato su tre lati da postazioni di fucileria.
La lunga fila di fessure presenti sul fianco sud del cortile d’arme o cortile minore del Forte, rappresentava la postazione protetta da dove era possibile, senza essere visti ed completamente al riparo, bersagliare dall’alto con le armi da fuoco gli assalitori e/o gli assedianti.
Tali feritoie misurano cm. 30 di altezza e cm. 15 di larghezza e presentano una forte strombatura verso l’interno del muro per garantire il più efficace orientamento dell’arma da fuoco (archibugio) e la sua massima maneggiabilità.
Sono accessibili e praticabili percorrendo uno stretto camminamento lungo 37 metri scavato all’interno della possente muratura della rocca.
Si tratta di un corridoio di sicurezza inglobato nella più segreta struttura muraria del forte e per questo totalmente invisibile all’esterno; area di servizio, diremmo noi oggi, zona sempre ispezionabile e percorribile per sorvegliare le parti più sensibili dell’accesso della fortezza; punto nevralgico per la gestione della sicurezza dell’intera rocca fortificata sia in tempo di pace che di guerra.
Dal cortile Minore si accede a sinistra, alla cordonata che porta al piano delle terrazze, a destra, al Cortile Maggiore a pianta rettangolare con doppie arcate sovrapposte e grande pozzo centrale.
Su tre lati si aprono 17 celle, oggi magazzini del Museo, risalenti al periodo di utilizzo del monumento a carcere. Si tratta di ambienti di piccole dimensioni (18/20 mq.) che dopo la seconda guerra mondiale hanno ospitato un gran numero di famiglie di sfollati.
A metà del lato opposto a quello d’ingresso, si apre una Cappellina, oggi sconsacrata, che era la chiesetta a servizio del carcere.
![](https://www.fortesangallo.beniculturali.it/wp-content/uploads/2017/09/CC-p_primo.png)
Il primo piano
il piano nobile della fortezza/palazzo
Siamo al piano nobile della Rocca del Sangallo, un tempo sede degli appartamenti papali, degli ambienti di rappresentanza e della cappella privata del papa per le funzioni religiose.
Oggi ospita:
– il Museo archeologico dell’Agro falisco (sale I-VI lato Nord e sale VII-IX lato Sud);
– le sale espositive per mostre temporanee;
– la sala conferenze
– il deposito materiali archeologici della città di Veio
Le sette porte che affacciano sul lato est del porticato superiore corrispondono ad altrettante grandi stanze comunicanti che in origine, nelle intenzioni programmatiche, erano destinate ad incrementare la superficie espositiva dell’allora neonato museo archeologico; già dagli inizi degli anni ’80 del 1900, invece, sono state utilizzate come deposito di materiali provenienti dall’area archeologica etrusca di Veio che era stata colpita in quegli anni da un devastante incendio; erano andati distrutti i magazzini dove era conservato un gran numero di reperti archeologici provenienti da scavi effettuati sia nelle necropoli di Veio sia nell’abitato urbano. Si tratta di una pregevolissima
collezione, di massima importanza scientifica in campo etruscologico.
![](https://www.fortesangallo.beniculturali.it/wp-content/uploads/2018/02/Tavola-disegno-1a.jpg)
Il primo piano
IL MUSEO
L’attuale esposizione, completata nel 1985, comprende nove sale al primo piano del loggiato del cortile maggiore, ordinate secondo criteri di ordine topografico e cronologico. Viene privilegiato in particolar modo il centro principale del territorio, Falerii Veteres, l’odierna Civita Castellana, con le sue importanti produzioni ceramiche, dalle più antiche in impasto con decorazioni graffite e plastiche, a quelle del IV e III secolo a.C. a vernice nera, argentata, sovradipinta e a figure rosse; quest’ultima tipologia è presente con opere di altissimo livello qualitativo, come gli stamnoi del Pittore del Diespater. Non mancano le testimonianze dei numerosi santuari della città: oltre alle terrecotte architettoniche e votive, si ricorda la testa in tufo con corona di foglie di bronzo, riferibile alla statua di culto del sacello più antico (prima metà del VI sec.a.C.) del santuario di Celle. Tra le curiosità si segnala il teschio con protesi dentaria in oro proveniente da una tomba scavata alla fine dell’800. Non meno significativi sono i reperti provenienti dagli altri importanti siti falisci, quali Corchiano, Vignanello, Nepi e Narce. Quest’ultimo centro in particolare offre interessanti testimonianze con le ricche sepolture dell’VIII e VII sec.a.C., che accolgono, accanto a belle oreficerie, a ricco vasellame di bronzo, anche alcune tra le più antiche ceramiche greche di importazione.
![](https://www.fortesangallo.beniculturali.it/wp-content/uploads/2017/09/CC-p_terrazze.png)
Le Terrazze
di fondamentale importanza
strategica per la difesa della fortezza, generalmente gli spalti superiori sono dotati di postazioni di tiro che coprono tutto il perimetro.
Il nostro forte non fa eccezione: è dotato di una piazza d’armi superiore e di terrazze bastionate munite di piazzole di posizionamento dei cannoni; la stessa cordonata di accesso al piano terrazze è funzionale al rifornimento delle munizioni per le bocche da fuoco. Oggi tali piazzole sono vuote, poiché i cannoni furono asportati nel 1860 dalle truppe francesi e trasferiti a Castel S. Angelo per arginare l’avanzata dei bersaglieri piemontesi.
![](https://www.fortesangallo.beniculturali.it/wp-content/uploads/2017/09/CC-Mastio-1.png)
Il Mastio
centro nevralgico della struttura
ed estremo baluardo di difesa, il mastio (o maschio) – in genere collocato in posizione centrale e costituito da una robusta torre – è la parte più elevata e solida della costruzione fortificata.
A pianta ottagonale e dotato anche di ponte levatoio, si connota come un gioiello dell’architettura cinquecentesca perché custodisce al suo interno una piccola residenza ‘all’antica’, sviluppata su tre livelli e certamente destinata ad abitazione.
Come testimoniato da numerosi scudi araldici in pietra e dalla scritta incisa sul portale di ingresso, papa Giulio II commissionò ad Antonio da Sangallo il giovane la realizzazione del Mastio e a Bramante la realizzazione della copertura (1506).
La scala prosegue e porta al camminamento di ronda, percorso scoperto al livello delle coperture. Da questa postazione si può godere una veduta a 360 gradi della città di Civita Castellana (fortemente connotata dalla presenza della Cattedrale, famosa per il ricco pavimento cosmatesco del XIII secolo), fino a comprendere, sullo sfondo verso Sud-est, il profilo del Monte Soratte, degli Appennini e dei monti Cimini.
Numerose sono le postazioni da fuoco su tutto il pentagono del Forte: al Puntone di San Gregorio (sud-est), al Puntone di San Pietro (nord-ovest) al l Puntone del Papa del SS. Salvatore (nord- est); alternati al Torrione di S.Maria della Rotonda (sud-est), al Torrione di Santa Maria delle rose (sud-ovest).